Agosto 2016

ESCAPES | Laboratorio di studi critici sulle migrazioni forzate

Il laboratorio “Escapes. Laboratorio di studi critici sulle migrazioni forzate” si configura come luogo di ricerca e confronto per una rete multidisciplinare di rilevanza nazionale di studiosi che si occupano a vario titolo di fenomeni migratori, e più in particolare di coloro che vengono convenzionalmente ricompresi nella categoria delle migrazioni forzate (richiedenti asilo, rifugiati e altri titolari di protezione, sfollati interni, apolidi e altre persone costrette alla fuga e all’abbandono dei territori d’origine). Prendendo atto che il confine tra migrazioni forzate e volontarie è spesso molto labile e determinato da dinamiche istituzionali e di potere, il laboratorio si propone di assumere la categoria delle migrazioni forzate in modo non rigido, ma anzi di problematizzarne significato e portata, considerando come parte del proprio campo di ricerca anche le forme di resistenza ai confini, le situazioni di guerra e/o crisi umanitaria che sono spesso all’origine di movimenti migratori, le vittime di tratta, ecc. A tutto ciò il laboratorio intende guardare non solo dalla prospettiva degli studi sulle migrazioni, ma anche da quella dei diritti, della cittadinanza e delle forme di appartenenza.

There are alternative

A handbook for preventing unnecessary immigration detention

Usha Natarajan |The American University in Cairo, Forced Displacements from Syria or How to Institutionalize Regimes of Suffering

ESIL Reflections
Editorial board: Anne van Aaken, Jutta Brunnée, Jan Klabbers, André Nollkaemper (editor-in-chief), Thomas Skouteris
May 19, 2013 | Volume 2, Issue 6

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Forced Displacements from Syria or How to Institutionalize Regimes of Suffering
Usha Natarajan

The American University in Cairo

Human Rights Violations and Frontex, Izabella Majcher

Human Rights Violations During EU Border Surveillance and Return Operations: Frontex’s Shared Responsibility or Complicity?

Izabella Majcher
Global Detention Project; Graduate Institute of International and Development Studies (IHEID)

July 20, 2015
Silesian Journal of Legal Studies, Vol. 7

Projects | Mediterranean Hope

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Projects | Mediterranean Hope

Mediterranean Hope (MH) è un progetto della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) finanziato dall’otto per mille della Chiesa evangelica valdese (Unione delle chiese metodiste e valdesi).

Il progetto MH nasce nei primi mesi del 2014 dalla consapevolezza della drammaticità delle migrazioni via mare dai paesi del Nord Africa, Africa subsahariana e Medioriente verso le coste siciliane e, in particolare, dell’avamposto più meridionale costituito dall’isola di Lampedusa.

Disegni dalla frontiera

Immagine disegnidallafrontiera

Francesco Piobbichi lavora a Lampedusa e nella frontiera del Mediterraneo come operatore sociale per il progetto Mediterranean Hope . I suoi disegni sono liberi ed utilizzabili per iniziative senza scopo di lucro.

Europe: no MIgrant’s Land, edited by Maurizio Ambrosini

The Mediterranean region has always been marked by intense migration flows. Over the last few years, political instability in Middle East and North Africa countries, coupled with longstanding demographic and economic trends, have caused a sudden upsurge of migrants reaching Europe’s shores. Despite scattered shows of solidarity, however, the European response has proven slow and fragmented.” (ISPI Publications, see the full text here)

 

Libertà di migrare

Valerio Calzolaio, Telmo Pievani, Libertà di migrare. Perché ci spostiamo da sempre ed è bene così, Einaudi, Torino 2016, Vele, pp. 144

Le specie umane migrano da almeno due milioni di anni: lo hanno fatto prima in Africa, poi ovunque e il risultato è che il quadro delle popolazioni umane si è arricchito: fughe, ondate, convivenze, selezione naturale, sovrapposizione tra flussi successivi, forse conflitti tra diverse specie umane, fino a Homo Sapiens. Il cervello è cresciuto e con esso la flessibilità adattativa e la capacità migratoria. Gli esseri umani sono evoluti anche grazie alle migrazioni: questa è una delle ragioni per cui garantire la libertà di migrare, soprattutto nel momento in cui i cambiamenti climatici, oltre che le emergenze politiche, sociali ed economiche, provocano flussi forzati. Il che significa pure, ovviamente, che va tutelato il diritto di restare nel proprio Paese.